Quando Eddy Murphy era figo.
Beverly Hills Cop è un filmone-one-one del 1984 con un Eddy Murphy che fa ridere, e fa ridere per davvero mica come adesso che quando lo vedi sullo schermo ti viene da picchiarlo forte (ma forte forte eh!).
Dopo i successi clamorosi di “48 ore” e “una poltrona per due” arriva per Eddy il momento di un film da vero protagonista che lo consacri definitivamente.
Una trama semplice ma efficace, una colonna sonora che sin dalla prima scena dichiara un’ora e mezza di divertimento, un protagonista figo, delle spalle imbranate quanto basta e un cattivo che fa il cattivo con la faccia da cattivo: un perfetto mix stile 80s che quando schiacci play già ti vengono i capelli cotonati…ah e poi c’è la risata di Eddy Murphy made in Tonino Accolla che non è cult, DE PIÚ!
Ma riproduciamo la pellicola. Divano, plaid e pop corn…
Trama
Eddy Murphy è il detective Axel Foley di Detroit e come tutti i fighi anni 80 è figo perché non rispetta le regole, dice le parolacce e siede dietro sull’autobus. Foley passa le giornate a cercare di incastrare malfattori distruggendo mezza città con inseguimenti spericolati e operazioni sotto copertura facendo incazzare come una biscia il suo capo che però è anche quella figura paterna che il figliuolo va cercando da tutta una vita…ma questo si capisce di più nel 2.
Essendo cresciuto nelle strade della fatiscente e maleodorante Detroit il nostro eroe c’ha le amicizie “furbette” che tirano a campare non proprio vendendo enciclopedie porta a porta. Il suo best friend è un certo Michael Tandino che arriva a trovarlo con una paccata di soldi ma, aspetta un attimo:
– “Tu non eri appena uscito di prigione perché sei un ladro abile quanto Gargamella?”
– “Sì, ma ho svoltato. Mi sono messo a fare la musica trap.”
– “La musica trap?”
– “Sì però per campare lavoro in una galleria d’arte a Beverly Hills”
– “Onesto.”
Il coglioncello viene dunque ucciso da due sicari proprio sull’uscio di casa di Axel che decide di trovare a tutti i costi i responsabili ma il capo non vuole e allora il protagonista prende le ferie e va a Beverly Hills a fare casino. Molto bene.
Arrivato a Beverly Hills inizia a indagare e va alla galleria d’arte dove “lavorava” il suo amico ma qui viene trattato a pesci in faccia dal cattivo Victor (che con un nome così sei per forza cattivo-cattivissimo) che lo fa scaraventare fuori dalla vetrina. Siccome siamo a Beverly Hills negli anni 80 e Axel Foley (SPOILER) è nero arriva la polizia e lo arresta.
“Bravi, in due giorni mi hanno ammazzato l’amico e sono stato “uscito” dalla finestra, la perquisizione la vorrei anale per cortesia.“
Alla stazione di polizia Axel fa conoscenza con i detective Billy Rosewood, il giovane, babbo, poliziotto entusiasta ma ingenuo, e John Taggart, il burbero piedipiatti con problemi coniugali e l’orchite galoppante. I due vengono incaricati di seguire Axel ed evitare che combini casini che si capisce da come è vestito che questo qui non parcheggia nelle strisce.
Ma Axel è troppo sveglio e simpatiscissimo e fa le cose fighe tipo ingolfarti la macchina con le banane, e ben presto fa amicizia con i due poliziotti. Insieme sventano il piano criminale del cattivone che smercia la droga nelle opere d’arte, che il mio falegname con 30.000 lire lo fa meglio, ah no questo è un’altro film-one-one.
Uccisione di tutti i cattivi, droga sequestrata, tutti amici, si torna a Detroit che ci scade lo yogurt…almeno fino al 2 che è superfigo vero Eddy?
Colonna sonora super figa ↓
Il Qjo: figlio degli ‘anta sin dal 1982
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