Quando inclusività e girl power hanno senso.
>>> No Spoiler <<<
“Q ma davvero vuoi parlare della nuova serie animata dei Masters?” Sì.
É uscita la nuova serie dei Masters of the Universe su Netflix, fatta da Netflix. Sì io li chiamo Masters perchè non sono un nerd fastidiosissimo e precisino: da piccolo li chiamavo Masters e andrò avanti a chiamarli semplicemente Masters finché vivo, anzi il massimo che posso fare è chiamarli He-Man e i Dominatori dell’Universo (questo era il titolo originale in Italiano della prima serie del 1983).
Il fatto che sia una produzione Netflix unitamente ai rumors sulla trama letti un po’ qua e là nell’internet (maledetto l’internet!) mi ha fatto subito temere che la serie non fosse altro che un minestrone di banalità riguardanti inclusività e girl power condito da quella patina di supponenza alla “noi siamo quelli che facciamo le cose fighe ma alternative” che solo Netflix sa fare e invece…
…e invece fortunatamente non è così. La serie è bella, ha una storia che funziona, i personaggi seppur siano molto più maturi e sfaccettati della serie originale non tradiscono il ricordo che hai di loro di quando li vedevi nel tubo catodico.
La serie originale del 1983 aveva infatti la profondità di una pozzanghera e i personaggi erano delle macchiette stereotipate che al confronto Temptation Island è la commissione del Nobel, solo che quando la hai vista avevi 4 anni ed era tutto figo, perchè avevi i pupazzetti in mano e li vedevi in Tv, ti sbucciavi le ginocchia al parchetto ed eri felice. Ma i tempi sono cambiati ed è meglio che tu non la riveda perchè ti andrebbe in crash il sistema e le poche certezze che hai nella vita.
In questa serie i personaggi sono attualizzati, le tematiche sono più profonde e la serie si propone di piacere sia ai nostalgici sia a nuovi spettatori.
Come? Attraverso innumerevoli citazioni e riferimenti alla vecchia serie, attraverso una trama semplice, efficace e ricca di spunti, decentrando l’attenzione dalla scontatissima lotta tra bene e male.


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Inclusività e girl power
Inclusività e girl power con un senso logico dunque, inseriti in una trama perlopiù solida che trasporta i culturisti colorati nel 2021 mantenendone il fascino nostalgico derivato da quel mix di Fantasy e Tecnologico che ne ha fatto la fortuna. Perchè la cosa figa dei Masters è questo: poter sfruttare qualsiasi immaginario con personaggi diversi, una sorta di wrestling fantascientifico in cui la magia si fonde con la tecnologia. Ed è proprio questa fusione/contrasto che crea le basi per la trama di questa serie: da un lato la magia perduta di Eternia e dall’altro la tecnologia che ne ha preso il posto.
Non sono un superfan dei Masters, ne ho un bellissimo ricordo legato ai pupazzetti che avevo da bambino quando ci giocavo in giardino facendoli combattere insieme a J.I. Joe e Micromachine che non centravano niente l’uno con l’altro ma la fantasia viaggiava, ah se viaggiava. Apprezzavo anche la serie tv, sempliciotta e dalle animazioni riciclate, con gli effetti sonori della corsa che facevano veramente brutto. Il mio personaggio preferito era Orko, forse perchè era piccolino e buffoncello e mi faceva ridere. Come tutti i franchise degli anni 80 i più fighi erano i cattivi e, a parte Skeletor, adoravo Beast, il cui pupazzo fu gettato nel camino da un bambino più grande che divenne il mio nemico giurato per gli anni a venire e ancora oggi lo odio.
Partendo da questi presupposti ho schiacciato il tasto play e guardato tutto in una volta i 5 episodi della nuova serie. Non farò spoiler ma se siete dei “figli degli -anta” come me e vi ricordate anche solo un pochino dei Masters vi consiglio di vedere la serie e di aspettare gli altri episodi e sì, Skeletor continua a essere più figo di He-Man.

Cose da sapere:
- La nuova serie racconta fatti successivi alla serie classica.
- La serie classica era una sequela di episodi slegati tra loro, unicamente nata per vendere i pupazzi.
- Nella serie classica per ogni episodio c’era una morale spiegata dai “buoni” ai bambini infrangendo la quarta parete.
- Il principe Adam e He-man sono la stessa persona “ma solo pochi amici sono a conoscenza di questo segreto…”
Il Qjo: figlio degli ‘anta sin dal 1982
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